Ambiente e territorio

Il fiume Vergari e il territorio

Percorso dei briganti nel Parco Fluviale del Vergari

Il fiume Vergari nasce alle pendici di Monte Gariglione (1.765 m s.l.m.). Dopo un percorso di circa 15 Km e la confluenza di numerosi fossi minori, si immette nel fiume Tacina che a sua volta, dopo circa 15 Km, sfocia nel mar Jonio, sul litorale a confine tra i comuni di Belcastro (CZ) e Cutro (KR). Il fiume scorre in un alveo profondamente incassato nella roccia metamorfica – in prevalenza gneiss, che costituisce l’ossatura di queste montagne presilane – immerso nella rigogliosa vegetazione mediterranea e sub-tropicale che caratterizza alcuni tratti della valle omonima. Lungo il suo corso riceve il contributo di numerosi piccoli affluenti che ne incrementano di volta in volta la portata e forma ben 20 salti e cascate, che in alcuni casi superano l’altezza di 8 m e a cui si aggiungono veri e propri canyon che presentano caratteri di straordinaria bellezza.

La vallata del Vergari, compresa tutta nel Comune di Mesoraca, è lambita da un’importante arteria, la ex strada statale 109 della Piccola Sila, che mette in comunicazione il comprensorio compreso tra Catanzaro e Soveria Mannelli con quello di Crotone e Santa Severina, congiungendo altresì lungo la direttrice est-ovest tutti i centri della Presila crotonese. In senso longitudinale all’asse fluviale del Vergari, invece, i collegamenti sono assicurati dalla strade comunali e rurali. La vallata del Vergari ha avuto un ruolo importante fin dall’antichità, come testimoniano – tra l’altro – interessanti siti archeologici come il monastero cistercense di Sant’Angelo del Frigillo e i resti di antichi insediamenti e strutture, tra cui numerosi “acquari” e vecchi terrazzamenti. Oltre agli aspetti naturalistici, che fanno del fiume Vergari uno degli ambienti fluviali più interessanti della Sila e della Presila, sono altresì importanti da ricordare – dal punto di vista storico e più propriamente dell’archeologia industriale rintracciabile nelle aree contermini all’alveo – molti opifici come antichi mulini ad acqua, numerosi pastillari – vale a dire le tradizionali e belle strutture destinate alla lavorazione delle castagne – e un pregevole ponte parzialmente distrutto risalente a qualche secolo addietro.

Le risorse naturalistiche della proposta area protetta sono rilevanti e comprendono emergenze botaniche e faunistiche di grande valore scientifico.

Geografia e paesaggio: aspetti generali

L’area del Vergari si trova nel cuore della Presila crotonese, che coincide all’incirca con il settore sud-orientale del massiccio silano e della Sila rappresenta le ultime propaggini, che si prolungano nella corona collinare degradante verso la stretta fascia costiera che si affaccia al mare Ionio, proprio al centro dell’ampio golfo di Squillace. La particolare esposizione, unita alla vicinanza del mare, determina la presenza di numerosi microclimi, con alto grado di differenziazione su scala locale, e di una vegetazione particolarmente ricca e variegata.

Nella parte interessata da condizioni climatiche più marcatamente mediterranee, l’ambiente fisico della Presila si caratterizza per la presenza di pendici molto scoscese, gole e forre profonde, dove i vari corsi d’acqua, formando una serie di salti e cascate, creano degli habitat unici proprio in conseguenza dei particolarissimi microclimi che le condizioni ambientali concorrono ad instaurare. La fascia territoriale presa in esame rientra, dal punto di vista fitoclimatico, nella zona del Lauretum (dalla sottozona fredda alla sottozona calda), dove la fase climax è rappresentata dalla lecceta e dall’oleo-lentisceto, con le loro varianti; nella zona del Castanetum e nella zona del Fagetum.

La ricchezza di specie, indice di elevata biodiversità, rappresenta una formidabile risorsa ambientale e rende l’area particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico. Sono facilmente individuabili, oltretutto, elementi che rendono la zona simile per alcuni aspetti all’Aspromonte e alle Serre e per altri alle montagne del gruppo del Pollino, quasi un concentrato di ambienti differenti, sintesi mirabile delle straordinarie bellezze naturali di cui è ricca l’intera Calabria.

Geomorfologia

Dal punto di vista geologico l’area fa parte dell’unità della Sila, che rappresenta l’elemento strutturale più elevato del settore settentrionale dell’arco calabro-peloritano. La matrice geologica è costituita da un basamento granitico-cristallino, altamente metamorfosato. I graniti, infatti, sono quasi sempre interessati da intensi processi di alterazione che li rendono incoerenti tanto da assumere spesso una granulometria sabbiosa.

L’area è caratterizzata dalla netta prevalenza di rocce metamorfiche (filladi, scisti e gneiss granatiferi). I termini ignei sono rappresentati in prevalenza da rocce a composizione variabile (quarzo-diorite, quarzo-monzonite e granito). In alcune zone affiorano banchi di granito rosa, come a Monte Giove, vera e propria appendice della Sila che si protende verso il mare Ionio, a valle della fase sedimentaria che si aggrappa alle falde del massiccio silano e che è costituita essenzialmente da conglomerati ed arenarie del miocene e del pliocene. Sono altresì presenti, mano a mano che ci si avvicina alla fascia costiera, banchi di calcare ed argille con formazioni calanchive.

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